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28/06/10 - L'Olanda vola ai quarti Slovacchia addio a testa alta

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Yksel

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Amministratore
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DURBAN (Sudafrica), 28 giugno 2010 - Nessuna goleada a Durban, perché la Slovacchia è squadra di rango. Lo insegna il 2-1 con cui l’Olanda ottiene il lasciapassare per i quarti dove il gioca si farà molto duro; dove l'avversario potrebbe essere il Brasile. Orange al piccolo trotto, ma così pratici e cinici da spalancare orizzonti impensabili all'inizio del Mondiale. Il primo gol è di Robben; il raddoppio di Sneijder. Due firme spattacolari. Ma in mezzo anche lo spauracchio slovacco che per poco non pareggia e deve fare i conti con Stekelemburg. La rete su rigore di Vittek, proprio lui, al 94', è un doversoso omaggio alla sorpredente squadra di Weiss che saluta il Sudafrica a testa alta.


La gioia di Arjen Robben e la disperazione di Marek Hamsik. Afp
MAGICO ROBBEN — Riecco la Slovacchia che ha fatto fuori l’Italia. Il suo pregio? Che con l’Olanda fa le stesse cose, quelle giuste, viste con gli azzurri. La squadra di Vladimir Weiss non specula. Se la gioca a testa alta perché non ha nulla da perdere. Il prestigio? Lo ha già raggiunto e la tranquillità le permette di affrontare la macchina olandese a testa alta. Bravi nel pressing a centrocampo, la loro costante è il contropiede veloce che gestiscono con personalità. Ma di fronte non hanno la Nazionale. Di fronte c’è un’Olanda tosta che ritrova Arjen Robben dal primo minuto e può rinunciare senza patemi d’animo a Van der Vart. Solito e solido schema: 4-2-3-1 e terminali in attacco dai peidi buoni: Wesley Sneijder, Robin van Persie e, appunto, Robben che al 18’ segna alla sua maniera. Bastano due passaggi agli Orange per tagliare in due la Slovacchia. Palla al fuoriclasse del Bayern che si accentra al limite e infila nell’angolo alla sinistra di Mucha.


Follia orange. Ap
PICCOLO TROTTO — La rete spegne la Slovacchia che non riesce più infastidire la difesa olandese, pur invadendo la trequarti avversaria. Ma il gol di Robben resta l’unica emozione del primo tempo. Il guizzo del fenomeno che tiene in piedi una nazionale molto pratica, dedita al possesso palla, a tratto molto simile alle gigantesche meline della grande Olanda degli anni Settanta. C’è poca Slovacchia rispetto a quella che ha schiantato l’Italia. Il killer Vittek non ha scampo e non ne azzecca una al pari di Stoch che, a mezzo servizio, non regala penetrazione alla squadra. Si va alla ripresa e la partenza degli arancioni è esplosiva, con due occasioni nette al 5’. La prima è per Robben che replica l’azione del gol, solo che questa volta trova la deviazione in angolo del bravo Mucha. La seconda per Mathijsen che riceve ancora da Robben nell’area piccola, con la replica di Mucha che questa volta respinge con la faccia.

IL SOLITO SNEIJDER — Ma mai perdere di vista la Slovacchia. Al 22’, infatti, l’Olanda si salva grazie a Stekelemurg, fino a quel momento disoccupato. L’olandese prima alza oltre la traversa il tocco morbido di Stoch, poi respinge la botta centrale di Vittek. Bert Van Marwijk fiuta il pericolo, ma cambia in attacco: fuori lo splendido ma stanchissimo Robben per il talentino Elia. Gloria anche per Huntelaar (fuori un deludente Van Persie) e Kopunek per Jendrisek. Ma a segnare il 2-0 è Sneijder. Bravo Kuyt a sfruttare l'uscita a vuoto di Mucha e servire l'interista che non può sbagliare. Il gol non spegne però la Slovacchia che vuole lasciare il segno. Ci pensa Vittek trasformando un giusto rigore al 94'. Il quarto gol dell'attaccante nella rassegna; compresi quei due maledetti che ci hanno rispediti a casa.

Gaetano De Stefano

http://www.orgogliobarese.net

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